"Storie da un albero"

09.09.2017

Sabato 9 settembre alle ore 17 l'Associazione Culturale CreatiVo' è lieta di invitarVi  al Vernissage della Mostra "Storie da un albero", sculture in legno di Gustavo Battaglia, Primo Classificato al Day Art 2017, Sezione "SCULTURA". Commento critico a cura di Nicoletta Nicolin (Docente di Storia dell'Arte).

Sarà possibile visitare la mostra da sabato 9 settembre 2017 a domenica 8 ottobre 2017, il venerdì dalle 15 dalle 18.30, il sabato e la domenica dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Altri giorni su prenotazione.

Il giorno del Vernissage, l'ingresso alla mostra è gratuito per tutti i visitatori.
Gli altri giorni si pagherà il normale prezzo di ingresso al Palazzo (4 Euro intero, 2 Euro ridotto per over 65; gratuito per disabili e accompagnatore e bambini fino a 12 anni).

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Lo spirito dell' albero rimane e continua a vivere nella scultura perché il legno e' sostanza viva e sensibile con il quale accordarsi.
Allora diviene opera anch'esso, trasfigurando i segni della sua natura in forme artistiche ed inattese.

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Storie da un albero - Sculture in legno di Gustavo Battaglia

Nel 2011, ad una svolta della vita, l'attrazione per il legno sentita fin dall' infanzia, si è fatta più forte e ha portato Gustavo Battaglia a provare ad intagliare con una manualità già sapiente ed esperta e a presentarsi con umiltà e passione ad un vero scultore per sottoporgli i primi lavori.

Dilettante è colui che trae godimento da ciò a cui si dedica; il vero artista che trasmette alle sue opere la passione che lo anima.

Battaglia ha sempre avuto un legame stretto con la natura, quella della sua deliziosa Monticello, dove è nato e cresciuto, e quella di tutte le Alpi, lungamente amate e percorse. A ciò ha aggiunto il desiderio di lasciare qualcosa dopo di sé, un messaggio concreto della sua umanità.

Per lo scultore che esalta le venature del legno e la personalità del ceppo, il tronco diventa un complice della sua opera, l'ispiratore o l'antagonista che non sempre si piega alle ragioni dell'arte: infatti due opere hanno il carattere dell'irripetibilità e sono: il "Libro che si apre", in cui le pagine combacianti sono determinate dalla spaccatura del tronco e la "Creatura umana" che esprime un anelito di vita nella torsione tesa e piena di forza compressa fra tronco e radice di faggio.

La sensibilità e il rispetto per la vita sono testimoniate dal "Neonato" raccolto in una mano di colore. Ora è diventato Gesù Bambino, ma è nato come celebrazione del vagito di un figlio, nato in mare sul barcone, tenero e roseo per qualche ora, finché i caratteri etnici non compariranno.

Una inedita Natività (in tiglio) privilegia la protezione di S. Giuseppe, che letteralmente avvolge la Madonna e il Bambino col suo mantello, divenendo culla e grotta.

Tre teste manifestano la pienezza dell'introspezione dell'artista che illustra tre stati d' animo: un bambino dallo sguardo fiducioso rivolto verso l'alto, forse verso la madre da cui attende un cenno; un giovanotto assorto come se stesse cercando la strada giusta o una strada comunque; una donna matura e determinata, rigida nel cuore come nel collo di cigno.

I volti più sofferti sono quelli di Cristo: quello dell'edicola di Monticello ha gli occhi già chiusi mentre nell'ultimo sospiro il corpo inanimato cade tirando le braccia. Tanto più commovente quanto incavato è lo sterno percorso dalle venature che sembrano fasci di muscoli.

Steso su una tavola ruvida il "Cristo con le braccia in alto" è reso in una drammaticità esasperata: tutto è concluso e il peso provoca una postura inerme di Chi si è consegnato al mondo come vittima innocente. Il terzo crocefisso è ancora più essenziale per concentrare lo sguardo là dove lo strazio della tortura ha fatto sporgere le costole, incavato le clavicole e affilato il naso.

"Il pensatore" è il primo lavoro sulla figura umana: rannicchiato in una posa vagamente orientale, ha un'età matura che segna con due pieghe amare il volto. È la proiezione di una forte attitudine al silenzio e alla riflessione che fa parte del carattere di Gustavo; comunica una astrazione dal mondo ma anche la forza morale che sprezza il sentire banale.

Riempie di tenerezza la "Madre incinta con due figli" per la acutezza dello sguardo dato dall'artista. Un figlio piccolo sta in braccio, l'altro dovrebbe capire che la mamma è già ben appesantita ma ha bisogno di stare in braccio anche lui e cerca di arrampicarsi salendo sul piede e tirandole l'abito con infantile capriccio.

"Madonna con Gesù" ricalca forme devozionali mantenendo un contatto con il tronco-albero della vita che le dona l'anchement (curvatura aggraziata); il Bambino si tiene saldamente al velo mentre la Madre lo rassicura prendendogli la mano.

Le essenze bicolori del legno di olmo, caratterizzano il "Bimbo in altalena" e la "Ragazzina in imbarazzo" perché il vento le ha sollevato la veste sulle gambe acerbe. Sono momenti rapiti con arguzia e tenerezza perché chi ha fatto l'altalena è un padre che ha posto anche un sostegno al figlioletto che non tocca terra.

Filiformi figure rievocano "L'Ombra della sera" di etrusca memoria o lo scultore Giacometti, come il segaligno signore dalle scarpe rosse che l'irriducibile legno di scotano riveste di pantaloni stazzonati e che l'artista dota di espressione sprezzante.

"Appuntamento al buio", perché il lampione è spento e l'elegante gentiluomo sta aspettando, appoggiato al palo e se fosse un" palo" insospettabile? Mani in tasca e gamba piegata vogliono esibire una noncuranza, ma la tesa del cappello, che copre fronte ed occhi, suggerisce un pudore che pareggia il senso dell'attesa.

Nicoletta Nicolin (Docente di Storia dell'Arte)

Per informazioni e prenotazioni:
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