Giorno della Memoria 2022

Intervento del Sindaco di VO' - Dott. Giuliano MARTINI

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto. Questo importante appuntamento ha assunto un alto valore politico e istituzionale. Vengono ricordati il dramma e la barbarie perpetrati dal Nazismo. Con il termine Shoah si indica il genocidio attuato dalla Germania nazista e dai suoi alleati verso il popolo ebraico, verso zingari, omosessuali, disabili e testimoni di Geova. Fu uno dei momenti più bui della storia dell'Umanità. Il ricordo serve a esorcizzare la possibilità che una tragedia di tale portata possa ripetersi.

Ricordare l'Olocausto serve ad essere consapevoli di quanto realmente possa arrivare in alto il livello del male: quell'orrore potrebbe succedere di nuovo. Il 27 gennaio ci ricorda di essere coscienti di quale orrore porta l'odio, di quali danni fanno il fanatismo e la guerra. I campi di concentramento sono il monito tangibile di quell'orribile fardello nel nostro presente. Il ricordo è l'unico antidoto al non ritorno.

Davanti al pericolo che una tragedia simile succeda di nuovo è necessario unirsi nel ricordo. Unirsi a prescindere da differenze di fede, di credenze politiche o di etnia. Il dramma di Auschwitz, infatti, non deve limitarsi alla tragedia ebraica ma portare un riferimento collettivo verso tutti i popoli ancora perseguitati.

L'internamento nel lager è stata un'esperienza estrema, una discesa negli abissi dell'umanità, la negazione della civiltà. Auschwitz ci ha mostrato la faccia disumana della nostra civiltà. Ha senso ricordare, oggi come per gli anni che verranno, perché l'esperienza del lager per i sopravvissuti è stata così traumatica da non aver parole per descriverla pienamente.

Oggi siamo qui, davanti a questa lapide per ricordare e capire i tragici avvenimenti che a seguito della promulgazione delle leggi razziali del 1938 mandarono a morte cittadini italiani di religione ebraica, che furono incarcerati in questa villa prima di essere mandati in Polonia a morire nel campo di Auschwitz-Birkenau

Ricordiamo la figura dell'artista futurista Mario Pozzati che si rifugiò in questa villa fino a che non fu requisita dai Tedeschi. L'artista ha avuto il coraggio di criticare il regime quale anarchico antifascista e per questo ha pagato un caro prezzo. Nelle sue opere troviamo i tratti cupi e angosciati di una disumanità inspiegabile.

Oggi stiamo vivendo un periodo ancora difficile a causa di questa crisi mondiale che ha messo a dura prova tutti noi e soprattutto le persone più fragili e i nostri anziani. I disagi derivanti dalla pandemia hanno amplificato sentimenti di odio e rancore verso il prossimo e verso le Istituzioni. Ci troviamo di fronte a sempre maggiori manifestazioni di intolleranza che hanno origine da odio razziale.

Sono rimasto molto colpito da quanto accaduto due giorni fa nel livornese a quel bambino italiano di 12 anni, di religione ebrea, insultato e picchiato da due ragazze quindicenni che si sono rivolte a lui con epiteti antisemiti e inneggiando ai forni crematori, sputandogli addosso e aggredendolo a calci e pugni senza nessun motivo, spinte solo da un forte e inspiegabile odio razziale. Nessuno dei presenti lo ha difeso.

Questa brutta pagina di cronaca ci fa capire che c'è ancora tanto da fare se dopo più di 80 anni dalla fine dell'Olocausto ci troviamo ancora di fronte a episodi del genere!

Non dobbiamo permettere che l'Olocausto venga negato, lottando con tutte le nostre forze contro la discriminazione, il razzismo e l'esclusione.

Ciascuno di noi sia responsabile della rinascita, percorrendo la strada della libertà e della dignità di fronte a quei bivi che ci danno la possibilità di scegliere tra odio e amore, tra vendetta e pace.